Costi black list, occorre dimostrare un interesse economico specifico
Per motivare la decisione di avvalersi di un'azienda situata in un paese a fiscalità agevolata, è necessario provare l’esistenza di un interesse economico concreto, come esigenze legate alla produzione nel territorio.

La Cassazione, con l’ordinanza n. 1963 del 28 gennaio 2025, ha chiarito che, nell’ambito della disciplina dei costi black list, l’effettivo interesse economico deve derivare da specifici fattori, come esigenze produttive locali, e non dal solo risparmio sui costi rispetto a paesi a fiscalità ordinaria.
La vicenda riguarda la società Alfa, che aveva rapporti con la società Beta negli Emirati Arabi. Per evitare problemi fiscali, Beta ha creato una società in Inghilterra (Gamma), che l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto interposta, applicando la normativa sui costi black list. Dopo il ricorso di Alfa, la Ctp e la Ctr le hanno dato ragione, ma la Cassazione ha accolto l’impugnazione dell’Agenzia.
Secondo la normativa vigente nel 2005, i costi black list sono deducibili solo se si dimostra che l’operazione ha un effettivo interesse economico e non è solo finalizzata al risparmio fiscale. La Cassazione ha ritenuto che la decisione dei giudici d’appello fosse errata, perché aveva confuso il margine di utile dell’operazione con la prova dell’interesse economico richiesto dalla normativa. La sentenza è stata quindi cassata e rinviata a una nuova Corte di giustizia tributaria.