Compenso al professionista deceduto: l’erede deve riaprire la partita Iva e fatturare

L’Agenzia delle Entrate chiarisce: obblighi fiscali a carico dell’erede, anche dopo la chiusura della partita Iva del defunto. Superata la prassi dell’autofattura del curatore.

Compenso al professionista deceduto: l’erede deve riaprire la partita Iva e fatturare

L’Agenzia delle Entrate, con risposta n. 118 del 22 aprile 2025, chiarisce che un erede che incassa un compenso per prestazioni svolte dal defunto deve riaprire la partita Iva intestata al professionista deceduto, emettere la fattura e adempiere agli obblighi fiscali. La prestazione si considera conclusa solo al momento dell’incasso, anche se la partita Iva era stata precedentemente chiusa. Il curatore fallimentare non può più emettere autofattura, come previsto in passato, ma deve ricevere la fattura dall’erede. Solo in caso di inerzia dell’erede, il curatore dovrà comunicare l’irregolarità all’Agenzia, senza dover versare l’Iva. La normativa aggiornata supera parzialmente la risoluzione n. 52/2020. Gli obblighi fiscali, in caso di decesso, si trasferiscono agli eredi, che devono operare in nome del defunto. La fattura va emessa anche se i termini ordinari sono scaduti, purché entro sei mesi dalla morte.

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